Un convegno sulla centralità del libro in età medievale

“In senso scritto. Percezioni e ricezioni del codice nei secoli XIII-XV”

Università Ca’ Foscari Venezia, 29-30 novembre 2024 

Quest’anno la Fondazione San Bonaventura compie un importante giro di boa: Il 10° anno di attività di questa realtà coincide con la ricorrenza del 750° anno dalla morte di san Bonaventura da Bagnoregio, avvenuta il 15 luglio del 1274 al termine di un’esperienza teologica e filosofica di altissimo profilo che ha lasciato un segno indelebile in tutta la storia del francescanesimo.

Per celebrare adeguatamente la figura dell’illustre teologo e contribuire così alla riscoperta del suo operato, il prossimo convegno del progetto permanente #scriptura richiamerà indirettamente l’attenzione su uno dei punti chiave dell’Itinerarium mentis in Deum, quello riguardante il significato profondo dei ‘sensi esterni’.

Se guardiamo all’universo medievale, nel ventaglio delle cose sensibili il libro occupa un ruolo fondamentale, integrato com’è in quasi tutti i rituali e nelle sedi del vivere quotidiano, così come in quelle del potere civile o ecclesiastico. La ripresa dell’urbanizzazione e la fondazione delle prime grandi università determinano un aumento considerevole del ‘fabbisogno librario’ che si traduce non soltanto nell’affinamento delle tecniche di copiatura e di confezionamento ma anche in una diversa percezione materiale e visiva del codice, delle sue forme e delle scritture in esso rappresentate. Sono anche questi mutamenti a condizionare, ad esempio, la formazione di nuove biblioteche, l’incremento del mercato librario, la compravendita di manoscritti o la loro cessione in dote/pegno come oggetti dotati di valore materiale ed economico.

Ma la centralità del codice emerge anche da altri fattori legati ancora, e indissolubilmente, alla sua percezione. Tra questi, la ricezione di usi e forme del manoscritto nelle sedi extra librarie, che non si limita all’utilizzo di tipologie grafiche mutuate dai libri ma si estende anche a tutte quelle pratiche di raffigurazione, riproduzione ed emulazione di ‘modi librari’ che, soprattutto a partire dal XIII secolo, pervadono le testimonianze scritte o non scritte di ogni genere, pubbliche o private, ad inchiostro, incise, dipinte o graffite.

Per questo ci proponiamo di riflettere sui diversi gradi di percezione del codice e sulle sue ricezioni in età medievale, con l’obiettivo di inquadrare, in maniera trasversale, principalmente il contesto italiano del XIII-XV secolo. Saranno sviluppati i seguenti argomenti:

  • La percezione nel codice: luce, colore, scrittura
  • Materia, trasmissione e commercializzazione del libro
  • Fuori dal codice

 

 

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