Mateselab

Matese Lab è uno spazio dedicato a varie progettualità incentrate sulla conoscenza, valorizzazione e sul rilancio dell’area del Matese attraverso diverse iniziative, talvolta anche inedite ed euristiche, volte ad esplorare i temi legati alle specificità dei territori d’area interna, della restanza (e della tornanza), ponendo al centro percorsi di orientamento, autodeterminazione e realizzazione, specie delle giovani generazioni. Esse privilegiano sia canali più tradizionali e aggregativi, sia esperienze crossmediali e nuove sperimentazioni, come l’ibridazione di più linguaggi artistici o scientifici.
 
Attraverso eventi, animazione culturale, laboratori e testimonianze, promuoviamo una visione delle aree interne non come luoghi di marginalità, ma come spazi di opportunità e innovazione, dove tradizione e futuro si incontrano per generare nuove possibilità e liberare la creatività di chi abita il Matese lo abita.

Storia

Dal Matese al Mondo” è un evento nato nel 2020 per creare un ponte tra le radici delle aree interne e le opportunità globali. Ha sfidato il pregiudizio secondo cui i giovani lasciano i piccoli paesi solo per necessità, dimostrando invece che spesso partono per acquisire competenze utili anche al loro territorio d’origine. Attraverso forum, testimonianze e laboratori, ha promosso il concetto di glocalità, l’importanza dell’impegno associativo e la possibilità di trasformare la passione in professione.

Nelle varie edizioni si è approfondito il tema della “Restanza”, coinvolgendo studenti e comunità in attività di riflessione e analisi. In definitiva, Dal Matese al Mondo è un’occasione per immaginare un futuro possibile nelle aree interne, senza nostalgie ma con nuove prospettive.

Edizioni "Dal Matese al Mondo"

Edizione 1.0 - Anno 2020

La prima edizione di Dal Matese al mondo si è configurata principalmente come lancio dell’idea alla base dell’evento da riproporre negli anni. Il sottotitolo ne racchiude al meglio il significato: proposte per un viaggio di andata e ritorno rivolte ai nostri giovani. Dopo che nelle giornate precedenti erano state raccolte e lanciate sui nostri canali le testimonianze di tanti giovani matesini che vivono in ogni parte del mondo, sono state invece presentate, nell’evento, storie di protagonismo locale, soprattutto giovanile atte a testimoniare possibilità concrete di realizzare idee e sperimentare innovazione anche nella nostra terra. Superando dunque la fastidiosa dicotomia partire/restare, resistenza/cervelli in fuga, si è dato largo spazio alla riflessione libera sull’idea dell’ancoraggio ai luoghi d’origine come forza viva di coesione sia tra chi è rimasto, chi è andato e chi è tornato. Portare dunque un po’ di Matese nel mondo può avere un significato complementare e non opposto all’idea di “prendere dal mondo” e innovare nel Matese.

Dal Matese al mondo 2.0 ha continuato a rilanciare il tema dell’orientamento e delle opportunità lavorative sul territorio. Si è scelto il tema della glocalità e ci si è chiesti come tenere insieme le dimensioni sia globali che locali nell’applicazione fattiva delle nuove sfide all’orizzonte come NextGenerationEU e PNRR. Ad animare i momenti ci sono stati giovani professionisti legati al progetto Economy of Francesco che hanno portato l’entusiasmo generato dall’enciclica Laudato sii di Papa Bergoglio. Sono seguiti workshop su economia circolare, social media e sostenibilità. Il tutto si è chiuso con una grande tavola rotonda chiamata Gli stati generali della cultura in cui tutte le associazioni del territorio, finalmente riunite, hanno condiviso le loro idee sull’attivismo culturale del territorio e condiviso esperienze e best practices.

Edizione 3.0

Titolo dell’edizione 3.0 di Dal Matese al mondo è stato l’utilità dell’inutile. Usando questa fortunata formula del filosofo Nuccio Ordine, ci si è interrogati su come il mondo dell’associazionismo, chiamato a raccolta e messo in rete nelle precedenti edizioni, possa rivelarsi una vera e propria palestra di competenze trasversali e linfa vitale di percorsi rigenerativi dei luoghi. Per questo motivo sono stati invitati i sindaci di due luoghi agli antipodi per tanti motivi (mare/montagna, spopolamento/alta densità, adriatico/tirreno, paese/città) ma accomunati dall’intento di dare un futuro diverso alle giovani generazioni: Josi Della Ragione e Lino Gentile. Fasce tricolori, rispettivamente, della città di Bacoli e del paesino Castel del Giudice (IS) tra Molise e Abbruzzo. Le loro voci hanno accordato quelle di molti che, nel nostro territorio, auspicano una maggiore attenzione ai temi del lavoro, delle connessioni e del mondo giovanile.

Titolo dell’edizione 3.0 di Dal Matese al mondo è stato l’utilità dell’inutile. Usando questa fortunata formula del filosofo Nuccio Ordine, ci si è interrogati su come il mondo dell’associazionismo, chiamato a raccolta e messo in rete nelle precedenti edizioni, possa rivelarsi una vera e propria palestra di competenze trasversali e linfa vitale di percorsi rigenerativi dei luoghi. Per questo motivo sono stati invitati i sindaci di due luoghi agli antipodi per tanti motivi (mare/montagna, spopolamento/alta densità, adriatico/tirreno, paese/città) ma accomunati dall’intento di dare un futuro diverso alle giovani generazioni: Josi Della Ragione e Lino Gentile. Fasce tricolori, rispettivamente, della città di Bacoli e del paesino Castel del Giudice (IS) tra Molise e Abbruzzo. Le loro voci hanno accordato quelle di molti che, nel nostro territorio, auspicano una maggiore attenzione ai temi del lavoro, delle connessioni e del mondo giovanile.

La quarta edizione ha avuto il titolo Da passione a professione – criticità e prospettive per un futuro nelle aree interne ed è stata scandita in più momenti nel corso dell’anno. Denominatore comune delle date è stata l’indagine sul mondo del lavoro nel nostro territorio e sui percorsi di impresa e di avvio di attività per chi vuole fare della propria passione una vera professione. Partendo dalla presentazione con la geografa Giulia Urso (GSSI) della ricerca Voglia di restare, indagine sui giovani delle aree interne, abbiamo poi avuto la condivisione sia di esperienze vincenti locali (come i progetti Love Matese e Matese Discovery) sia di altre forme di gestione virtuosa di parchi e aree protette con gli esperti faunisti del C.R.A.S. Adriano Argenio e Pasquale Raia. In un altro appuntamento si è dato spazio alle accurate analisi e alle letture del nostro territorio di Rossano Pazzagli che, in una lectio dialogata, ha interagito con giovani e pubblico. Con lui, nella stessa occasione, è stato lanciato il progetto podcast Spaesati.

Vivere, conoscere, comunicare le aree interne è stato il leitmotiv della quinta edizione. Idea guida è stata quella di spronare la partecipazione giovanile. La mattina, abbiamo avuto due classi delle scuole secondarie locali, in dialogo con il docente Agostino Vollero (Uinsa) che ha esposto le prime conclusioni di un lungo lavoro d’analisi su quanto emerso da un questionario sulla vita nelle aree interne somministrato ai ragazzi in molte scuole della regione. Successivamente, gli stessi alunni hanno partecipato con Antonia Marano, esperta di politiche di coesione, a Stoccà, un laboratorio sull’ancoraggio ai luoghi, atto a stimolare riflessioni e proposte di rigenerazione di luoghi sentiti come propri. Le due attività confluiranno in una pubblicazione scientifica. Nel pomeriggio, un gran momento di condivisione e soprattutto di apertura con Aperitivamente. Qui, intorno al buon cibo, qualche drink e a della buona musica, molti ragazzi del territorio hanno potuto esprimersi e condividere i loro progetti presenti e futuri. Un importante momento di meeting, osmosi e contaminazione, in cui la conoscenza di comuni difficoltà, percorsi e desideri, porta ad accorciare le distanze tra il presente e la meta e a suddividere i pesi del cammino intrapreso.

News

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Storia

Matese&ClimateChange è un appuntamento annuale che riunisce tutti gli attori del territorio in un momento
di lettura e interpretazione condivisa del paesaggio e delle criticità che attraversa.

Nel mondo contemporaneo, infatti, si fa sempre più prepotente la necessità di una giusta tematizzazione delle questioni che investono l’ecologia e il territorio del Parco del Matese può configurarsi come un inedito punto di osservazione per uno sguardo privilegiato (peculiare e paradigmatico al tempo
stesso) per tutta l’area appenninica meridionale.

Tra esse spiccano senza dubbio la perdita di biodiversità, lo scarso innevamento, la qualità delle acque, l’insostenibilità dell’agricoltura intensiva e delle regole della grande distribuzione.

Tenendo fede a un paradigma di interconnessione, un approccio multidisciplinare si rivela fondamentale per fornire un contributo all’indagine dei fattori di crisi, senza trascurare nemmeno il ruolo
che le arti come la fotografia, la pittura, la letteratura sono in grado di svolgere configurandosi sempre come punto d’osservazione inedito e lungimirante sulle tematiche proposte.

Va in questa direzione, dunque, lo sforzo di far convergere in un unico appuntamento tre soggetti diversi ma accomunati dall’intenzione di prospettare soluzioni che siano al tempo stesso scientificamente fondate e sostenibili alle comunità locali:
il mondo accademico con l’oggettività e il rigore della ricerca scientifica;
gli attori del territorio con la testimonianza del vissuto concreto;
l’attivismo ambientale con il suo indispensabile ruolo di sentinella.

Edizioni Matese&ClimateChange

Edizione 1 - Anno 2023

L’edizione 2023 ha avuto come tema centrale l’AgriFood e le produzioni locali. Dopo due trekking tematici e alcuni momenti conviviali, sono stati organizzati, insieme alle associazioni locali, due focus group paralleli intesi come spazi di libera condivisione sugli effetti del cambiamento climatico sulla nostra montagna, sui suoi prodotti e sulla sua biodiversità, specialmente nelle aree protette. Gli stessi sono stati preceduti da una lectio del prof. Sandro Strumia (Università Vanvitelli) sulla gestione sostenibile delle nostre praterie. A seguire c’è stato un momento di condivisione dei risultati delle sessioni dei gruppi e uno spazio assembleare aperto a tutte e tutti in modo da poter ascoltare e recepire proposte, idee, riflessioni, critiche, provocazioni, condivisioni finalizzate a porre l’attenzione sulla dimensione locale della sfida al climate change

La seconda edizione ha avuto un palinsesto molto elaborato. Ha attraversato diversi temi legati all’impatto del cambiamento climatico sull’Appennino. Si è parlato di paesaggio, pratiche agricole e di attività produttive, con un focus speciale sulla pastorizia, per lunghi secoli unica fonte di reddito delle popolazioni matesine e oggi intesa non solo come opportunità di reddito ma anche come strumento di cura dei territori. Vi sono stati dunque tre tavoli tematici, oltre a momenti di convivialità, trekking tematici, laboratori, mostre, contest fotografici e focus groups. Hanno partecipato i docenti Giovanna Battipaglia (UniVanvitelli), Rossano Pazzagli (UNIMOL), il nostro Pierluigi Reveglia (UNIFG) insieme a molti altri studiosi e a tante associazioni del territorio. Presente anche la regista Anna Kauber con la quale è stato proiettato e discusso il suo docufilm In questo mondo sulle donne pastore.

La kermesse del 2025 è stata dedicata alle mille declinazioni del tema-problema acqua, fonte primaria di vita, immagine di rigenerazione e speranza per il futuro. Nella prima giornata, con il divulgatore Ruggero Rollini, è stato sviscerato l’argomento degli agenti inquinanti e, con la regista Beatrice Surano, è stato proiettato il cortometraggio Mefite che incrocia i temi ecologici con le criticità dei territori marginali. La mattinata successiva si è divisa tra la presentazione della riedizione di un vecchio libro di viaggi e un corposo trekking tematico sulle vie dell’acqua animato dalle associazioni locali. Esse hanno curato le varie stazioni con presentazioni sul tema accurate e geo-referenziate lungo il cammino. La giornata si è conclusa con un convegno con il divulgatore Erik Viotti (noto come il prof di montagna) e il prof Luigi Esposito (Federico II), sempre sul tema acqua. In conclusione, un libero dibattito tra i convenuti e un aperitivo di congedo con i prodotti curati dalla locale condotta Slow food.

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