SBAM: Incontri ravvicinati – Edizione 2025
Torna SBAM, annuale appuntamento della Fondazione San Bonaventura per operatori culturali del mondo delle Biblioteche, degli Archivi e dei Musei: un “luogo” non solo fisico dove condividere esperienze, buone pratiche, problematiche e soluzioni per nuovi stimoli e idee.
Questa quinta edizione, realizzata grazie al contributo della Regione Campania e in collaborazione con la Direzione Generale per la Digitalizzazione e la Comunicazione del MiC, si inserisce nel contesto della celebrazione dei 2500 anni di storia di Napoli e, seppur con uno sguardo al passato e alla millenaria storia della città partenopea, vuole tra l’altro mettere in evidenza il ruolo di ponte per il futuro che i “giacimenti culturali” napoletani possono avere non solo per una dimensione culturale locale.
“2500 Archivi, Biblioteche e Musei: un ponte per il futuro!” è il titolo del focus della sessione di apertura.
In un tempo segnato da idee autoritarie e poco inclusive, l’animazione culturale assume un ruolo cruciale come strumento di resistenza, educazione e trasformazione sociale. Valorizzare il patrimonio documentario e museale significa riaffermare i valori profondi della storia millenaria di Napoli, ancora oggi esempio culturale unico. Da qui nasce la necessità di riflettere sulle sfide lanciate all’operatore culturale dall’intelligenza artificiale e dalle raccolte digitali: strumenti in grado di trasformare l’utente da semplice fruitore a co-creatore di nuove narrazioni e percorsi di ricerca.
Focus e tavoli di lavoro, insieme a un interessante laboratorio che chiuderà i lavori, aiuteranno i partecipanti ad approfondire le nuove sfide lanciate dall’intelligenza artificiale e dai percorsi del digitale 2.0. La digitalizzazione del patrimonio culturale non è un tema nuovo: da decenni si lavora con scanner, metadati e archivi online. Ma oggi, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale, tutto cambia: le banche dati digitali non sono più solo un contenitore, ma un interlocutore attivo, capace di generare e restituire conoscenza in forme nuove e imprevedibili.
3 le sessioni dedicate all’approfondimento.
La prima, intitolata “Raccolte digitali evolute: dal patrimonio alle narrazioni partecipate”, parte da un interrogativo di base: in che modo i nostri giacimenti culturali digitali possono evolversi in ambienti collaborativi, in cui la memoria si arricchisce con il contributo diretto dell’utenza, della comunità, generando nuove forme di narrazione condivisa, e in cui muta e si arricchisce il ruolo di mediatore dell’operatore culturale?
Il tavolo di discussione che segue, “Patrimoni digitali e co-creazione dell’identità culturale: il ruolo delle banche dati e delle piattaforme partecipative”, metterà a confronto operatori culturali e gestori dei grandi contenitori digitali al fine di aprire un dibattito su più piste come il ruolo delle raccolte digitali nella costruzione della memoria storica e sui modelli partecipativi per la valorizzazione delle risorse digitali che necessitano tanto di considerare il ruolo dell’utente quanto quello di coinvolgere l’operatore culturale (bibliotecario, archivista, storico dell’arte) nella costruzione di architetture digitali integrate.
La seconda, “Intelligenza artificiale e patrimonio culturale: nuove prospettive per la mediazione professionale”, porrà l’attenzione sull’intelligenza artificiale che sta trasformando l’accesso, l’organizzazione e l’interpretazione del patrimonio culturale. Questa relazione propone una riflessione sul ruolo dell’operatore culturale nell’era dell’IA: tra automazione e personalizzazione; quali competenze servono per garantire una mediazione critica, inclusiva e responsabile?
Il tavolo di confronto, “Chi media chi? Cultura, intelligenza artificiale e il rischio della delega cieca”, oltre ad aprire un dibattito sull’emergenza della verificabilità delle informazioni, potrà avviare un confronto sulle sfide e le opportunità che l’IA pone agli istituti culturali. Tra modelli generativi, personalizzazione dei percorsi, rischio di disinformazione e protagonismo dell’utente, come cambia il lavoro di bibliotecari, archivisti e mediatori del sapere? Ora più che mai serve la figura consapevole e formata dell’operatore culturale.
La terza sessione, “Intelligenza artificiale e raccolte digitali: una sperimentazione per Napoli 2500”, avrà la dinamica di un laboratorio che, anche con l’intento di offrire un contributo alle celebrazioni per i 2500 anni di Napoli, propone un confronto attorno a una sperimentazione condotta dalla Direzione Generale per la Digitalizzazione e la Comunicazione del MiC. Utilizzando le tecnologie abilitanti dell’Ecosistema digitale per la cultura (Ecomic) applicate a banche dati digitali (libri, archivi, opere d’arte) relative al patrimonio della Campania, sono stati generati percorsi culturali e tematici innovativi sulla storia millenaria del territorio. Il tavolo di lavoro, strutturato in forma laboratoriale, presenterà i risultati dell’esperimento e ne discuterà limiti, potenzialità e prospettive con l’apporto di bibliotecari, archivisti e storici, per riflettere sul ruolo delle istituzioni culturali nella costruzione di nuove forme di narrazione digitale.
A SBAM, infine, è legato l’annuale Premio MANEANT, che valorizza la resilienza dell’operatore del settore beni culturali e/o degli Istituti MAB, soprattutto delle realtà periferiche e marginali. Si premieranno, dunque, 3 realtà selezionate sul territorio nazionale in base al bando pubblicato sui canali istituzionali della Fondazione. Le iscrizioni sono aperte da lunedì 21 luglio e saranno attive fino a sabato 20 settembre 2025.